Pur percorrendo ogni sua via, tu non potresti mai trovare i confini dell’anima: così profonde sono le sue radici. (Eraclito) – Mi urge spontaneo meditare. Una città al servizio delle macchine, in un mondo dove il cemento gestisce l’uomo, la libertà delle radici sconnesse dal cosmo, l’espressione della natura occultata per un barlume d’oro. Sarebbe opportuno che i fossati rimasti dallo scempio trascorso, fossero concessi come Bene Comune al Cittadino. Qualsiasi Verde Urbano sopra una struttura di cemento (Posteggio), perde il contatto autentico che svolgono gli stessi alberi come antenne al cielo. Lasciate che quella pietra, quella terra respiri di un tempo trascorso. / Corso Martiri della Libertà, Corso Sicilia, Via Colajanni, Piazza Bovio, Ore Tonde Cortile delle Nevi. (Catania Visionaria)
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Fiera Cuore Pulsante
Di una casa facciamo un palazzo, di un palazzo facciamo una casa. Mio nonno mi portò bambino al mercato, dovevamo comprare delle piantine per l’orto, ricordo e sento quei momenti presenti. (Cicetto) – Basilica del Carmine, Caserma Santangelo Fulci, Piazza Carlo Alberto, San Gaetano alle Grotte. (Catania Visionaria)

Essenza della foglia che si trasforma in humus



Vorrei svegliarmi in una città nuova, non esiste limite all’immaginazione. Se si desidera fare scomparire la luce dal cielo vivrò col fuoco. Cultura del risparmio di cui l’Italia è figlia, memoria del giorno perché la notte potrebbe allungarsi. Catania, Piazza Giovanni Verga
A place with thick roots
Questa luna non mi lascia dormire, così piena, luminosa, muove le ombre sopra gli alberi, le nuvole azzurre rallegrano la notte, l’aria frizzante, stravagante temperatura per il periodo, sembra autunno, gli odori mi riportano indietro, boschi, grossi tronchi, immense porzioni di foglie sul suolo, fanno l’amore con la terra, fino a divenire terra, pesche mature, succose assaggio. Mi sveglio, mi affaccio, la macchina posteggiata sotto casa, sopra e sotto casa di altre persone che dormono, sognano, pregano, si lamentano con la vita, dalla mia finestra un canto di preghiera è rivolto alla notte, gli alberi circondano il posteggio della sostare, il vento inizia a muovere le tende, mi bacia mentre scrivo. Questa luna così piena, luna di preghiera, di desiderio, luna che guida popoli lontani, impossibile non notarla, non far riferimento al cielo, al mistero, alle stelle, alle anime che ci guidano, al respiro dei mondi, alle montagne, agli oceani che lo nutrono, fino ad arrivare libero al nostro cuore, a raccontarci quanto di vero c’è tra i fogli di quel giornale che leggiamo dopo il caffè, in fila dietro un bancone a trovare poesia in una colazione, mentre un chicco di rugiada saluta una foglia appena nata di ciclamino. Sogno un rifugio, un luogo tra folte radici, pietra antica, acqua di sorgente. Terre di Martorina è una lunga storia, forse ancora più profonda di quello che si vuole immaginare, un’isola in mezzo ad un mare che ha lasciato le sue cavità, all’aria. Paleolitico, Neolitico, sacre scritture, antica mura sigillano suoni di misteriosi volatili, danzano tra gli echi di quella cava. Penetrante vibrazione si avverte all’ingresso della tenuta, primi insediamenti del 500 costruiti sopra altra pietra, ma ancor prima altra pietra, altre tombe, altre civiltà.