Ho ritrovato il cavalluccio marino di Ognina, bagni di un bambino, con la maschera era frequente osservarli, elegante danza delle correnti. Fluido mare sostiene protesta verso questo andare. Argilla ricorda, saliva conserva, conchiglia ristora. Un drago si è trasformato in cigno.
Belle persone travestite da cattiva gente, viceversa il costume cambia colore ma non contenuto. Numeri nati nel tempo cercano spazio. Strumenti, movimenti, dialoghi familiari si dileguano in cortili elementari, estranei, ricordi d’infanzia affiorano.
Avevi altri tempi, ragionavi su binari paralleli, procedevi con altri schemi, non riuscivi a comunicare utilizzando un codice base. Solitudine di una luce splendente, occhi irradiano poesia, sfuggono dall’ipocrisia, pesci rossi nuotano dentro la vasca, la luna entra dentro il pozzo, si rispecchia nell’acqua ferma, protetta.
Giganti sentono a distanza il fuoco ardere, isole camminano, ci vuole lo scoccare della goccia per dar nota alla rivelazione, candida, soave illumina in profondità la grotta. Occulto, il buio non è mai privo di stelle, bisogna custodirle, nutrirle contenendo il vapore delle nuvole, il vento dentro il ventre, alleggerendo il carico dell’ingiusto, sentire il procedere della giustizia come arco infinito.