Salvatore Massimo Fazio, Catania 25 gennaio 1974. Lo incontri sempre al Caffè Pulp dall’amico, per lui mito, Andrea Pennisi. Psicopedagogista e scrittore. Da sei anni non suona più il violino. Studi umanistici, ma anche una maturità turistica. Nonostante le due lauree è avverso alle università: “sistema da marciume” la sua definizione più elegante. Ha pubblicato tre libri, “L’albero di Farafi o della sofferenza” scritto a quattro mani con Giovanni Sollima, testo adottato come corso monografico di estetica da Umberto Eco e anche nel corso di specializzazione in pedagogia clinica a Firenze dal professore Guido Pesci, fondatore e direttore europeo degli ortofrenici e della rivista pedagogia clinica. Altri due testi non da meno, Villa Regnante che ha vinto il primo premio del concorso “segni d’amore” ambientato a Palermo, che poi d’amore Villa Regnante non ha proprio nulla. Insonnie invece è l’ultimo libro che come sostiene l’autore, gli ha permesso di brindare a qualche viaggio in più, nonostante la fobia d’aereo. Due anni in classifica oltre 6000 copie nei primi otto mesi poi il boom, Massimo in giro per lo stivale. A maggio il libro riceve onorificenza dall’Ist.Italiano di cultura in Norvegia. Venerdì 12 luglio 2013 sarà a Madrid per la presentazione in spagnolo. Dissacrante e farmaco cultore si è imposto anche all’attenzione dei critici specialisti. Ha spaccato in due la stessa critica: chi lo definisce il prosecutore della pars destruens di Manlio Sgalambro e chi il fondatore del nichilismo cognitivo che non trova più spiragli di salvezza. Ha collaborato con Ilenia Volpe, Alessio Cantarella, Carmelo Scuderi, Manlio Sgalambro, Mab, Alessandro di Robilant, Guglielmo Ferro, Ale Farruggio, Massimiliano Scalisi, Salvo Coco, Davide Bianchetti, Lilies on Mars, Mapuche al secolo Enrico Lanza. Il suo sogno sin da piccino è di giocare con la maglia della Roma, e fare gol all’odiato nemico.
salvatore massimo fazio per formikepazze
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