esperienza

Vestirsi d'Anima - Claudio Arezzo di Trifiletti

Vestirsi d’Anima

Imprints: Un corpo in movimento contiene vita, la testimonianza la si ottiene vedendo le tracce dei suoi movimenti, le sue impronte.

Più si cresce e più si resta soli, più si capisce e più incompresi si diventa, più si scopre e più bisogna coprirsi, più si vive nel miracolo e più tutto il resto diventa banale. Il Vero è vedersi per come si è, e non per come gli altri si riflettono in noi.

Claudio

13 Gennaio 2007 ore 00.58
Si ringraziano tutti gli amici che mi hanno sopportato, l’appartenenza alla mia famiglia che mi ha fatto crescere, i sogni portati dagli Angeli quando ero piccino, la mano dell’Architetto vicino, e il dito del si…”ce la farò”.
Il dilemma muore insieme alla speranza, la domanda vive grazie alla risposta, sdraiato su un divano mia madre pensa che io ci dorma e mi chiede se voglio spenta la luce, non capisce che io penso e forse sono io che non capisco che dovrei pensare meno e mi spavento che non sia natura ma crescita, che nel dilemma resta un dubbio se è evoluzione o regressione.
Forse i frutti sono gli unici arbitri in campo.

L’autore del progetto.

Non esiste essere che non lasci le sue tracce, e quest’ultime sono la testimonianza della sua venuta su questo mondo. Infinite sono le tradizioni, le filosofie, le religioni, i costumi, che tentano di dividere il pensiero degli esseri su questa terra. Attraverso questo progetto si testimonia l’uguaglianza di tutti i presenti che calpestano la tela, che rappresenta la Terra su cui essi camminano, il “Mondo”. In una società di colori, di forme che, contrastandosi, danno luogo a storie e rappresentazioni di una realtà contemporanea che vive attraverso testimonianze dell’Essere.

Vi prego di non interrompere questo progetto che utilizza l’Arte come strumento di Pace.  io non parlo l’Inglese, vengo dalla terra del vulcano Etna e la casa di Sant’Agata. Questi lenzuoli, testimoniano nella mia creazione, l’unione di tutti Voi che ci passate sopra. Noi tutti siamo i responsabili di questo mondo che altro non vuole che l’amore per il prossimo e il riconoscimento della Vita che ci accomuna sopra questa terra.

Roma, 16 Febbraio 2007 ore 11.00.
Da domani 68 giorni a New York – Progetto Imprints

Le mie riflessioni:
Devo molto alla mia città, che ha bisogno di sognare, perché privata di tutti i sogni, perché presente nel sogno, ma solo come comparsa, quasi dimenticandosi che è proprio Lei ad essere la finanziatrice di quell’illusione regressiva che ostenta imperterrita a tener la regia di cui dovrebbe essere serva. Ringrazio la mia città che, unico contributo donatomi, è nata dal solo cuore. Ringrazio la mia città perché mi ha educato, voluto bene, mia ha sopportato per certi versi, ma che in sostanza già mi manca. La mia città: quanti ricordi, quante storie, storie che rappresentano e che combatterono per un nemico comune, che oggi cambia abito, maschera ma che è presente ormai in parte del nostro essere. Grazie alla mia città per avermi lasciato tanta eredità. Grazie, cercherò di investirla scrupolosamente, ascoltando il vento.

New York, 27 Febbraio 2007

Vado in giro con una spilletta, con su scritto: feeling is believing, stendo i lenzuoli nelle strade più strategiche, mi piacciono le persone che vivono qui. L’aria e’ piena di vita. Quando stendo i lenzuoli, le persone non capiscono, poi si inizia, accendo incensi, stringo le mani, guardo, sorrido, comunico con gesti e poi a tutti quelli che salgono sopra porgo l’invito per l’Evento, con su scritto: “Please do not stop this project as I wish to use Art as a tool for reaching Peace! I do not speak English and I come from the land of the volcano Etna, the home Sain Agatha, the cradle of many races and cultures. In my vision these sheets witness the union of you all, walking over them together. We are all responsable for this world which only needs Love, understanding, and respect for life.We all share the life on this planet”.
Invito tutti, ricchi ,poveri, neri, cinesi, italiani, americani, tutti sono parte dello stesso mondo, tutti camminano sopra questi lenzuoli, sopra questo mondo, e devono contribuire per salvaguardare la Vita che ci rende tutti partecipi di questo miracolo.

New York, 2 Marzo  2007                                                                                           

Ho steso il secondo lenzuolo e molti, moltissimi, posso dire anche milioni di persone, sono salite sopra, con i loro piedi, con le loro storie, con le loro energie. La notte li intelaio e sento molto la vita che risiede in quella sostanza, polvere, terra, impronte che testimoniano l’Esistenza di ogni singolo essere su questa terra. E’ difficile trovare delle persone con natura non buona, tutti siamo portati per il bene, e quando non si capisce questo si vede la sofferenza negli occhi. Io vedo molto le persone dentro la grande Mela, le amo, perché rappresentano il mondo, infinite sono le razze e, credetemi, sono tutti bellissimi, tutte le persone sono buone, questi lenzuoli vogliono essere Pace fra tutti i popoli, vogliono testimoniare amore, è giusto che Sia. Si deve scendere in campo tutti, si deve testimoniare un cambiamento, una consapevolezza sta per scendere in terra, sta per invadere, inondare i nostri cuori, che devono gridare a quei pochi tiranni, che stentano ancora a dormire, basta con le guerre, basta con le indifferenze sui Veri problemi dell’Umanità, basta con tutto quello che ci allontana, basta con i prototipi di uomo, di donna, che altro non diventano che numeri, umiltà, spontaneità, amore, aiuto, il mondo chiede questo.
Da questa piccola voce, che prende tonnellate di freddo, che vede a volte con gli occhi di Dio, l’indifferenza delle persone riguardo il Please, da questa voce che continua a ringraziare Voi tutti, mia famiglia Universale, che inconsciamente mi aiutate, mi sostenete, mi raccomandate con il vostro silenzioso pensiero nel cuore del Padre.

New York, 11 Marzo 2007

Niente paura, qui va tutto più che bene, sempre grazie a chi Governa le Stelle, gli Angeli e tutto ciò che ci circonda, siamo arrivati alla quinta creazione, che ho completato proprio questa notte; devo dire che siamo proprio ad un buon punto, contando che le prime sei creazioni sono le sette finestre del 36esimo piano dell’Empire (Casa Sicilia), che verranno coperte da queste tele che misurano 2.00 per 1.50 metri. La quarta opera nata da Wall Street, l’ho anche scelta per fare la post card, ovvero l’invito per tutte le gallerie, enti vari, ecc, a N.Y. Procedo credendoci e avendo Fede, questa e’ l’unica ricetta. La polizia, per come mi e’ stata descritta prima di partire, è tutt’altro che negativa. Abito a Little Italy, zona molto caratteristica, piena di ristoranti e clubs. La sera si esce poco, si preferisce mettere le forze da parte per il giorno dopo. Un’altra opera che vedrete appena si asciuga, completata poche ore fa, è nata da Brooklyn Bridge. Che dire, nonostante la grandezza di questa terra, l’opportunità, tutte le belle cose che ancora mi riserva, mi manca moltissimo il calore della terra da dove provengo.

New York, 16 Marzo 2007

Vi scrivo, da un computer di un immenso studio grafico, fotografico, sulla quinta, che sta sopra una specie di rosticceria, verdureria, frutteria, con immense finestre, con delle mensole, dove adoro sorseggiare brodi caldi, o mangiare fragole, o meditare caffè lunghissimi. Qui, si corre, non si capisce il perché, ma si corre, fra metro, incroci, semafori, grossi centri, solo veramente molte le immagini, i volti che mi attirano. Certo in verità N.Y e’ tagliata a misura di un contemporaneo, peccato solo che gli immobili al centro sono molto cari. In questi giorni ho fatto troppe cose, ho vissuto molte storie, ho sentito molte emozioni, mi sono arricchito moltissimo, e’ questo forse il bello di questa terra, che ti da’ parecchio, che se hai voglia di assorbire materia di vita, qui, ne è piena. Dovete sapere che a casa è tutto più semplice e anche meno emozionante, qui, quando accade qualcosa, accade perché lo hai meritato, devi attendere, pazientare, e tutto inusuale. Nel frattempo che scrivo dei fratelli mi creano i telai, sono gli stessi che si sono offerti col furgone per andare a prendere i legni, portare le prime sei opere di 2 metri per 1.50 all’Empire nelle sedi di Casa Sicilia. La tipografia ha già spedito i primi mille inviti, da inviare in questi giorni a tutti i galleristi di N.Y. poi si riparte, mancano per il completamento di Imprints, circa 13 tele, ieri ne ho realizzata una che misura 200 per 120 cm, senza impronte, non ne ho avuto le forze, ero stanco, ma avevo molta voglia di dipingere e devo dire che forse diversificherò la mostra anche con delle installazioni; e’ troppo il materiale che mi da ispirazione, e voglio uscirne il massimo. Scusate per questa lunga parentesi… Giovedì mattina sono uscito di casa alle sette circa, dovevo stendere il lenzuolo sul ponte di Brooklyn, scenari da capogiro, e poi alla fine dei tre km di ghiaccio ero su Manhattan, mi sembrava infatti troppo deserto, e poi ne vedevo uno di fronte che era uguale al ponte sulla carta delle gomme, ho allungato di tre chilometri, ma ero felice di averlo fatto, come dire un ponte in più. Dopo aver attraversato il secondo ponte, proprio un’altra storia, innamorati ai lati, scritte e molti sogni in più, arrivo in questa foto, stendo, accendo incensi, esco il nastro adesivo, e vado col volantinaggio, anche alle casse dei ristoranti, e mangio, forse molti dolci, c’era veramente molto freddo. Dopo una visita a tutti gli isolati, sento che il telo chiamava, il corpo forse era un po’ stanco, si erano fatte già le 17, mi imbarco, prendo un altro telaio ne, rimanevano solo due, in metrò, un po’ comico capirete poco tascabile, arrivo a casa, crollo, un giorno a letto, febbre. Sabato mattino sveglia alle sei e dipingo per altre 13 ore di seguito. Domenica il sole ha inondato l’Isola, era il giorno giusto per il Central Park, esco alle prime luci, solito usuale, e mi inoltro, lo giro, ne assaporo i suoi colori, è bellissimo, immenso, pieno, un po’ di tutto, questa volte dopo circa sette ore ho sentito una strana voce da dentro, tipo un primo incontro col negativo, il lenzuolo chiamava, arrivo, passo frettoloso, dopo circa 20 minuti, si vede che ero in anticipo, o lui in ritardo, un cretino, tutto vestito di nero, incappucciato, con cinquanta anni persi sulle spalle, con aria rabbiosa, inizia a scollare il lenzuolo, con i piedi, io sento pace e gli sussurro, please, e gli dò l’invito che lui butta subito, e poi ringhia, io capisco di essere uno straniero, stacco il lenzuolo lo ignoro, sperando che non mi sfiori, sarebbe stata una dura prova non reagire, credetemi aveva in groppa troppo inganno, senza voler giudicare era evidente a chilometri la luce che emetteva. Ho tratto in salvo il sesto telo, l’ho piegato con cura, custodito dentro il mio zaino. Mi sono riavviato per casa godendomi il tramonto, scenari unici, creati dalla Vera Luce che trionfa sempre nel mondo, il Central Park e’ una creazione di spazio per il benessere di tutti, anche degli animali, ci sono milioni di volatili, di scoiattoli, di bambini che corrono, fra prati popolati da alberi di tutte le specie, ai piedi di molti di questi alberi artisti che si esibiscono, famiglie respirano, insomma e’ visibile un mondo più umano. Inutile dirvi la storia del telaio, la gente che mi vede per strada e ride, perché lo metto nel mezzo del corpo e lo tengo con le mani e sembra che volo; l’ultima volta delle signore cinesi mi hanno fermato e si sono piegate dalle risate, sembrava che volessero chiedermi se fosse quella la mia barriera con la gente. Inutile dirvi che quando arrivo a casa con la tela mi sento più leggero, tutto procede, accompagnati da molta pazienza, da molti pensieri amici. A presto Claudio

New York, 21 Marzo 2007

E proprio cosi, oggi dopo aver scritto a Stefania sono uscito di casa, questa volta pero’ visualizzando l’inizio del Vero gioco, ecco la partita e’ iniziata dopo la sesta tela, dopo il Central Park, certo sembrava troppo facile per come avevo programmato il tutto, nonostante, Vi assicuro avevo già saltato ostacoli ben più alti delle mie gambe. Nel mondo, è come se camminiamo sopra una scacchiera con delle regole ben precise, degli equilibri invalicabili, con dei segnali esatti, dei codici, in cui il Tempo il nostro tempo, legato alle lancette del cuore, ai nostri battiti, alle emozioni, e non alla carica di un orologio a polso. La storia la percepivo da tempo, e mi sono voluto mettere alla prova, come se volessi una volta per tutte ritrovare quel coraggio che non ho mai avuto da piccino, nell’affrontare tutte quelle visioni, era facile vedere le lenzuola bagnate, ma non era facile capire il perché. Era facile dire, ma come tu hai paura del buio? E cosi’ via io crescevo, vedevo, e venivo sempre messo alla prova, quasi tentato, e poi sempre quei ricordi, quelle storie, quella vigliaccheria che non riuscivo sconfiggere, scappando sempre alla visione della porta bidimensionale. Esco di casa dopo tre giorni, avevo dipinto queste tre opere per capire cosa stava accadendo, per ritrovare una bussola, ma non trovo niente che non provenga dal di fuori, che poi e anche frutto del nostro agire, e quindi del nostro passato, presente. Nella prima tela mi esce, il mio arrivo dentro la grande mela, la competizione dell’uomo con la natura, la costruzione di questi building, questi ostentosi palazzoni, templi al potere, troni di persone che quasi tutte, ignorano da tempo i sentimenti, la comprensione, la compassione, la misericordia, insomma, che costruiscono sopra macerie di case abbattute per loro volere, che competono con l’altezza degli alberi, che dominano illusoriamente i bassi tetti del cielo, che cacciano i senza tetto dai marciapiedi pubblici, perché non li vogliono vedere, e un senza tetto , e’ uno che vedete, stiamo bene attenti, e’ privo dei suoi sogni, non può dormire sul serio, e quando lo fa’, spesso lo fa’ in metro, da seduto, e se per sbaglio entra in chiesa, lo urtano, e gli dicono che li non si dorme. Anche questa e’ N.Y. La seconda opera che vi ho allegato, parla del mio distacco momentaneo da Catania, e della mia preparazione a questa impresa, la prima di una lunga serie, per tutto il mondo, che possa divenire un messaggio forte e chiaro, a coloro che si prendono beffa del dolore altrui. Scusate ogni tanto mi esce il copione super eroe, ma in fondo e il non sentirsi mai arrivati, inseguire la preda che ci permette di correre, di vivere. Come dicevo, i segnali erano precisi, gli specchi riflettevano ciò che ero. La terza e’ la prova per chi sta incominciando a saper leggere le mie opere, dell’elaborazione del personaggio, il costume per certuni, l’armatura per altri, a mio avviso, il tramutare gli avvenimenti. Già ieri notte avevo udito delle strane presenze, che mi sfioravano, per tutto il mio percorso. Oggi salito sulla metro decido la tappa, un commissario cinese visibile da tesserino al collo, mi osserva, il mio occhio lo riconosce come alleato, casualmente, mi porta a scendere, dopo di lui, ad una fermata non prevista, Lexington, esco, una confusione incredibile, milioni di persone che corrono fra innumerevoli altissimi palazzi, tutti corrono, ed io inizio a sentire il calore del sole, i suoi raggi sciolgono il ghiaccio che gocciola su tutti i marciapiedi,il suono delle lamiere e composto da Dio, scelgo uno spazio perfetto sotto il Citycorp (company) in sostanza il building di Citybank, scendo il mio zaino dalla spalla, mi guardo intorno, accendo con molta Pace dell’incenso, e inizio a stendere il settimo lenzuolo, ne approfitto di una pausa di confusione, e con un nastro resistente lo inizio a fissare bene per terra, poi fiumi di persone, iniziano a salirci sopra, a ridere, la polizia arriva subito, e sta’ al gioco, anzi lo riconosce. Dopo un po’ corro a comprare dell’altro nastro, una parte non era ben attaccata, mi era finito il nastro, e sentivo che il vento lo avrebbe alzato, portando magari una povera donna anziana a inciamparci e magari, a farsi male,e tutto andava in fumo per mia colpa, non ci crederete, appena mi dicono dove comprare il nastro a due strade di distanza, non ero più il solo a correre, almeno cinque sono state le persone che ho incontrato che stavano facendo casualmente la stessa corsa, per altri motivi, e sono sicuro che sono legati ad una partita Universale. Entrato dentro il negozio, la cassiera era una buona ragazza di colore, come quelle che si vedono nei films, ha corso, mi ha dato il resto correndo, ha capito, che avevo paura che non potevo rischiare, e che il caso era vicino alla porta, inutile dirlo, quando ho rivisto il lenzuolo e che tutto era ok, ero più tranquillo. Lo attacco per benino, e subito mi arrivano ai piedi del lenzuolo, proprio a tastarmi due personaggi, uno era un giornalista che mi scrutava, giudicava, sono già quasi tre mesi che lavoro a questo progetto, un mese di presenza a N.Y, un mese che stendo lenzuoli, che distribuisco volantini, oltre 10000 già dati, che cammino con telai immensi, che compro colore, e poi mi sono procurato la lista di tutte le gallerie di N.Y. circa 800 e poi tutti i giornali, televisioni, radio, e ho spedito più di 1100 inviti, senza contare un lavoro fatto in casa dove abbiamo, e sarebbe troppo lunga la lista dei ringraziamenti, che rischierei sempre di dimenticarmi di un caro aiuto, per far si, di rendere l’Italia partecipe di questa idea. Inoltre molti gruppi di meditazione, di preghiera, grandi ed antiche Anime, amici vicini e lontani, e la mia preziosa famiglia senza la quale non sarei riuscito a fare una O col bicchiere, insomma ho cercato energie da tutti, e continuo a cercarne, perché sono convinto che questo progetto sia alimentato da tutti coloro che vogliono il bene nell’universo, da tutte le persone che credono nell’unione del mondo, nell’unione dell’uomo. Breve pausa avevo bisogno di zuccheri, e solo oggi posso capirne l’importanza, dopo aver passato una giornata con una persona speciale, un barbone come osiamo chiamarli, che si e’ fermato sopra il lenzuolo, e mi ha parlato in inglese, ma io non parlo l’inglese, e allora ha iniziato a parlare italiano, e poi parlava con i cinesi in cinese ,con gli arabi in arabo, con i russi in russo, insomma conosceva tutte le lingue, aveva gli stessi occhi di Babbo Natale, e quando gli ho chiesto il suo nome Lui mi ha detto alla fine del pomeriggio dopo aver camminato per isolati, seduto in molti caffè, averlo ascoltato per ore, sapeva molto sulla vita, direi di più, ed io pensavo, ma e’ Dio, ma se Lo fosse, mica lo confiderebbe, forse lo lascerebbe intuire, oppure, pensavo, e’ un ricco travestito da povero, le mani le aveva molto curate, la sua barba era pulita, la pelle sana, e non emetteva cattivo odore, ogni volta che gli chiedevo di mangiare un boccone Lui mi diceva, no grazie, Io ho il mio cibo, tu pensa per te, e gli ho  solamente potuto offrire un caffè, mi parlava di una eterna guerra, del bene e del male, di sua madre, che era la più bella che ci sia, eppure Lui non la ha mai vista, e nemmeno suo padre, Lui dice che suo padre e morto nello stesso giorno del Re Vittorio, o almeno questo ho capito, mi parla della monarchia, come un bimbo parla dei lego, di Mussolini, mi fa’ entrare dentro il suo mondo, ma non troppo, mi parla del freddo, della gente che guarda solo le apparenze, della sua vita, anzi delle sue due vite, si perché lui mi parla di queste due vite, io a volte non riuscivo a seguirlo, quello che diceva era troppo veloce per il mio disco, poi alla fine passiamo per un negozio, e mi dice quello potrebbe essere il mio nome, ecco sembra una fiaba e a me piace crederci, il negozio si chiamava Shalom. E con questo per oggi e tutto, ritorno a dipingere le impronte di Lexington, a vedere germogliare tutti i semi che oggi mi sono stati donati, da chi apparentemente non ha nulla, che ha pensato anche a prendere dello zucchero per il mio caffè, che alla fine, mi ha detto grazie di questo pomeriggio, che dopo che ho preferito dileguarmi per riprendere la mia storia, in sua assenza ora mi rendo conto che mi ha fatto dono della più grande storia, fino ad oggi qui’a N.Y. Domani alle prime luci, preparo un altro lenzuolo, per un’altra storia. Sono ormai le tre di notte, in Italia le otto, fra un po’ telefono ai nonni, che a volte sento il loro chiamo, e devo dire, non solo.

New York, 23 Marzo 2007

Sotto, la creazione che viene fuori dalle impronte dei molti passanti. Poi mi trovate con Nick Daddazio (www.necktiesculpture.com), perché oltre ad essere una gran bella persona, si aggiunge una novità ad Imprints N.Y. 2007, vari artisti di fama mondiale, tipo nel caso di Nick, e’ un’importante scultore di New York, ha lavorato con tutti i grandi del momento, creando delle collezioni private per Ralph Lauren, Tommy Hilfiger, Versace, Jhane Barnes, Kenneth Cole, the President of Brooks Bros. Ultimamente sta lavorando per alcune delle vetrine più importanti di N.Y. Lui crea solo cravatte, in tutte le maniere, usando tutti i materiali, ne ha create moltissime, ha riempito case di collezionisti, ed ieri notte, ne ho dipinta una alta più di due metri, che mi e’ stata donata come suo benvenuto su questa terra, che emana magia, e che non vedo l’ora di raccontarvi ogni singolo scatto, ogni istante di tutte le riprese. Oggi pomeriggio ho disteso un’altro lenzuolo su Time Square tra la 7 Av. W.42 St., e ogni momento mi racconta del 9 Aprile alle ore 18.30.
Dipingerò tutta la notte, in compagnia della musica “compagna fedele”, e di qualche candela bianca, domani mattina lavorerò sulle liste mail del mondo dell’Arte a N.Y. E’ Veramente dura, ma tutto questo spero che giustifichi l’ossigeno che consumo nel mondo.

New York, 27 Marzo 2007  

Seduto sopra un cuscino, Vi prego di scusarmi, prestigiosi amici, Anime di New York, per la mia intrusione nella Vostra mail. Medito su un volto anziano queste mie poche parole, come gocce di vino pregiato, rivolte a cuori profondi. Alla mia destra mi tiene compagnia la sola fiamma di una candela, e respiro lentamente guidato da musica antica, cercando in fondo al nostro oceano, le parole che riflettono l’importanza della Vostra presenza al Party d’inaugurazione della mia prima mostra a New York, forse sarò emozionato nel presentarmi, assente nello spiegarvi le mie ultime creazioni nate dalle impronte di tutti i passanti per le Vie principali di questa terra che partorisce sogni. Vi aspetto Lunedì 9 Aprile dalle Ore 18.30 fino alle ore 20.30, al trentaseiesimo piano dell’Empire State Building, Associazione Casa Sicilia. La mostra durerà fino al 22 Aprile 2007 ed e’ aperta al pubblico dalle ore 10 fino alle ore 19.00 (orario continuato). Questo progetto si chiama Imprints, ed è nato in sintonia col Cielo, parla di tutti Noi che viviamo sopra questo mondo. Grazie di avermi donato la Vostra attenzione.

Queste sono le parole che non appena tradotte in inglese renderanno partecipe l’intero mondo dell’Arte di N.Y. Manhattan, isola del sogno, Imprints continua a crescere in questa terra che sembra tagliata su misura per menti libere. La prima foto che vedete e’ Times Square ovviamente col nostro lenzuolo steso, sotto il lenzuolo dipinto. Insieme alle Vie, Grandi Artisti continuano a farsi avanti, Florence Annequin, e’ nata a  Châbons, nel sud  della Francia, ed e’ un’artista pluridisciplinare ed esecutrice con base a NY. Il suo lavoro coreografico si evolve attorno la sua tecnica, corpo-voce: strumento creativo, la sua esecuzione integra il movimento e il suono simultaneamente. La sua priorità creativa e’ in collaborazione con artisti di varie culture. Avreste dovuto sentire il rumore del ghiaccio che si frantumava, sotto i suoi piedi, vedere con quanto Credo si muoveva, con quanto coraggio guardava il cielo, questo quello che ho sentito vedendola, percependo la sua forza, ammirando il suo stile frutto del sentire della propria Anima, che si riflette nel suo Essere una grande Artista.
L’opera che vedete sotto la sua espressione, nasce proprio dalle impronte della comunicazione del suo corpo. Inoltre da tutto questo sta nascendo un video incredibile, ma di questo preferisco parlarne prossimamente.

New York, 2 Aprile 2007                                                                                             

Ho lasciato il riso sopra, spegnendo sul fuoco, ho lasciato Hunter College che ero arrivato a Visionare le prime immagini, dopo averci lavorato, e sono molto curioso di vederlo finito. Ma ogni volta che sento di scrivere di fotografare, di riprendere, ho imparato, che il sentire e’ come il postino, dopo un po’ va’, e ci lascia solo un piccolo luccichio di quello che poteva divenire il sentire. La sensazione che ho provato mentre passavo dal bagno in cucina, la casa e’ molto piccola, e’ la stessa che ho provato quando all’ultimo giro di corsa di circa 25 anni a dietro, alle Miniolimpiadi del Leonardo da Vinci, non mi sembrava vero di non avere nessuno avanti, cercavo mentre mi girava la testa, i miei familiari in mezzo a moltissimi volti, ma penso sia inutile proseguire. Comunque questo per dirvi che mi sento come quel giorno, che ha donato al mio essere, un ricordo indelebile.
Qui ho corso, come non mai, e come quel giorno le gambe continuano ad essere spinte dal dolce vento, come quel giorno, non sono solo a correre.
Entra nel cantiere Imprints come degli Addetti Stampa hanno amichevolmente nominato, Diana Carulli, Diana nasce a New York nel 1946, da un’importante commerciante con le terre d’Oriente, e fin da piccola aveva capito di non dover rinunciare al dono dell’Arte. Diana ha una costante relazione con la Luce, ha conosciuto il Dalai Lama da giovane, dopo la fuga per la salvezza della Dottrina dalla Cina, mi racconta che e’ stato in quel periodo anche in America. Diana non l’ho conosciuta per caso, e’ stata una strada offerta dalla mia famiglia, appena arrivato a N.Y. E’ stata Lei a presentarmi al mondo dell’Arte, a portarmi in posti veramente di alto livello, dove puoi incontrare di tutto, dove provare ad entrare e’ inutile.
Lei da creatura devota alla Vita la vogliono bene perfino gli alberi e gli scoiattoli, con cui a volte parla. Ma la cosa straordinaria, che prima di incontrarla fisicamente, avevo ammirato i suoi immensi cerchi che riempiono N.Y di Luce e non sapevo che era proprio Diana, l’amica della Zia, ad averli realizzati. Lei possiede un antichissimo libro Tibetano, o forse Egiziano, non ricordo, o forse e’ stato secondario domandarglielo, era troppa la Pace che inondava il mio cuore nello stargli vicino. In questo magnifico libro, che forse un giorno toccherò, sono custoditi antichissimi disegni a forma di spirale,che Lei ripropone in tutto il mondo come richiamo della Luce in terra, usando una bacchetta, penso di rame, ma vi prego di vedere il suo sito (www.dianacarulli.com). E in questa terra ricostruita, in questo Nuovo Mondo, voluto dall’uomo evoluto, l’uomo della polvere da sparo, che ha barattato la cioccolata con l’oro che Lei si prefigge di crearne ancora molti , E’ inutile dirvi quanti ne ha fatti, e quante a volte l’uomo vittima della sua stessa ignoranza, ne ha sottratto all’umanità. Lei percepisce quali punti hanno maggiore esigenza, e a sue spese, disegna, questi mega cerchi, che credetemi, custodiscono calore all’interno, e poi a vederli sembrano le impronte di enormi dischi volanti. Dopo questa ricerca inutile nel cercare di presentarvi un personaggio che qualsiasi parola per quanto bella, possa sembrare limitativa, vi mostro la nostra foto. Questa immagine viene preceduta da una lunga camminata per raggiungere il fiume ed arrivare ad una favola che racconta della sua missione, ai nostri piedi questa volta una delle sue creazione, dove Lei Vuol partecipare con la sua carica a sostenere Imprints, dipingendo un lenzuolo da amalgamare con le Vie di New York, in questa mostra che parla del sogno e della sua infinita prova di realizzazione. Sotto la nostra foto, il lenzuolo che si e’ amalgamato, donando alla mostra moltissime frasi di Pace,di Amore, questa volta scritte per N.Y, in Italiano, e Vi assicuro che il buon Grillo, forse non aveva tutti i torti. In questi ultimi giorni quì, a New York ha fatto davvero bel tempo, e come nei boschi i fiori sbocciano e sorridono illuminati dal sole, anche quì le persone, corrono lo stesso, ma con una busta di positività, che di solito e apparentemente vuota, a tenermi compagnia e trarne ispirazione un cd preso alla cassa da Sturbuks dove fanno il caffè più nero di N.Y, (Carly Simon, Into White), che ascolto mentre Vi scrivo da un portatile comprato da Dino un vicino di Lecce per 150 dollari , qui ogni angolo ne trovi uno, ovviamente non Dino ma Sturbuks, che monopolizza la piazza. Quindi senza perdermi dopo Diana vi dicevo ho continuato con Il compito di fare aderire maggiori impronte possibili e in più zone e’ questa volta grazie al bel tempo, e’ stato senza dubbio più leggero, e adesso che ho quasi finito con la prima parte del progetto, lo posso dire, ci sono state delle volte che mi facevano davvero male le mani, per il ghiaccio nell’aria, un freddo polare, figuratevi, che anche la macchina fotografica, dovevo coprirla, perché si ghiacciava tutto, mentre ora e’ anche divertente, tutti prendono l’invito e quasi tutti mi sorridono, alcuni per quanto grande possa essere l’isola già li avevo incontrati. Non c’e’ momento che non dedico a questo progetto che prova ad entrare in contrasto con Sopranos, una nuova Piovra, un nuovo Padrino, che addossa sempre la croce della mafia a noi Italiani, tipo, la Svizzera ha la cioccolata, la Russia la vodka, l’america il ketchap, il Giappone il sushi, e noi invece, il folclore della mafia, provate a cercare Sopranos in qualsiasi motore di ricerca, e capirete il come mai quando diciamo italiano, certa gente ci ride in maniera strana, esclamando, italiano, complice. Un disegno di legge??? No!!!!
Io quando saluto, mi inchino, porgo la mano al richiamo del cuore, sul petto, sorrido, e sento onore di essere Tricolore, ma questa e’ un’altra storia.
La foto successiva e’ il lenzuolo disteso, e dopo, quello che ne nasce dall’impronta collettiva di Broadway. E per questa notte e quasi tutto, ora ritorno a dipingere ancora un’altra storia, peccato solo che ieri vi ho privato di una grande storia, solo perché non ho trovato, forse la forza, o forse ancora, era prematuro, di far camminare su un lenzuolo la leggendaria di cui non ricordo il nome, per la mia assoluta lontananza dal mondo del Gossip, ma che era la protagonista di Titanic, e che oggi era allo studio da dove vi avevo scritto. Domani spero di fare Columbus Circle fra la 59 St. e la 5 Th. Ave, dopo, mi dedicherò alle ultime 4 finestre, che forse stenderò ai quattro angoli delle sofferte torri, ma in realtà e’ sempre un forse, perché è bello cosi’.

New York, 12 Aprile 2007                              

Cerco nuovamente ai primi gradini del magma solidificato, la corda per scendere, seguire le tracce lasciate, ripercorro i passi del mio interiore, per i larghi marciapiedi della trafficata metropoli sento un freddo gelido ghiacciarmi la testa, il mio cuore sbandiera l’esigenza di ripulsare il suo tamburo, di fare sentire la sua melodia al mondo, di nutrirsi di solo calore
umano. La mia luce cerca di riconnettersi dentro un corpo che risiede sopra una comoda poltrona da riunione, al trentaseiesimo piano di una icona occidentale. Dentro un riscaldato ufficio, sede di Casa Sicilia a N.Y, credo di aver già vissuto questo momento, come se già tutto scritto, vedo sopra un lucido granito verde poggiare ferrosi cavalletti grigi che sorreggono
questi miti lenzuoli impregnati di vita, che fino a pochi giorni fa’ scaricavano sul mio letto come una visa per le infinite autostrade dei sogni.
Ancora visibili le voci dei moltissimi amici che con la loro presenza hanno voluto sorprendermi, all’inaugurazione di ieri sera 9 aprile, alcuni venuti da Catania, appositamente per la mostra, come nel caso del Sindaco di Aci Castello, Silvia Raimondo accompagnata dall’insostituibile Piera, o come Ester e Gaspare amici di sempre che hanno coinvolto anche il cognato Giovanni in quest’avventura, che presto sara’ argomento di tesi di una giovane e sorprendente laureanda in Relazioni Pubbliche Alessandra Famoso, che avidamente a voluto degustare questo miracolo comunicativo dell’Arte. Il Prof. Cipolla, presidente dell’Associazione Casa Sicilia d’America ha espresso durante la serata, grande stupore, mentre continuavano ad affluire persone, enormi strutture di vetro e ferro osservavano, candele colorate che bruciavano la loro cera sui nostri davanzali. Oggi appena uscito dall’alleata del tempo, la metro, mi incamminavo con passo veloce per aprire al pubblico il primo giorno della mostra, è non ho potuto fare a meno di notare sulla copertina di metro, una casualità, già nel mondo hanno riproposto Imprints, però questa volta tristemente sono degli estremisti forse i fantasmi di Al-Qaeda che saltano sopra una bandiera Americana, e nei volti, e leggibile molta rabbia, e devo dire che e’ proprio una strana coincidenza che la stampa locale abbia preferito proporre ancora in questi giorni cosi’ incerti per un futuro di Pace queste immagini.
Il tempo vola le energie continuano a nutrire le opere che giorno e notte guardano dall’alto New York. Segregato in questo studio, impaziente di tornare a comunicarvi l’enorme successo che ha riscosso, spero domani di selezionarvi dalle 450 foto fatte da Nic Daddazio le immagini dell’inaugurazione. Ora cercherò di continuare a creare, per viaggiare lontano e non rischiare di essere bloccato da mura apparenti che ostentano sempre a dividere il mondo in più categorie. La sicurezza di tutto il grattacielo mi ha visto salire di tutto solo con due braccia, mi ha fotografato più di infinite volte al controllo, anti terrorismo, ed io filosoficamente ho deciso di creare dai loro adesivi a codice a barra con su foto, un’istallazione, ora pero’ hanno deciso di riconoscermi, e sono molto disponibili, passo tranquillamente tutti i controlli, con il loro sorriso e la pacca sulla spalla, e a volte proprio come oggi, un distintivo al bar di questo impero mi ha fatto cenno con le due dita, Vittoria.

New York, 16 Aprile 2007

Due giorni di riposo forzato,niente panico. Le ultime novità da Imprints. Sabato 14 Aprile, 33 piani sopra la mostra, sempre dentro l’Empire State Building, precisamente al 69simo piano, e’ volato un corpo di un Avvocato, al momento non mi aveva toccato particolarmente, ma ora ne sono scioccato. Le porte della sede di Casa Sicilia si bloccano, da Sabato 14 a Domenica 15 Aprile, la mostra sara’ nuovamente aperta al pubblico da Lunedì 16 Aprile dalle ore 10 alle ore 19.00 e continuerà fino al 22 come previsto. All’ingresso chiuso lasciate tre bottiglie d’acqua. Scritta una lettera d’invito, un giorno prima di questo tragico episodio a tutte le mail del Comune di New York indirizzata al Sig.Sindaco Michael Bloomberg. L’atmosfera in questi giorni e’ surreale, pioggia lampi, e rombi di aerei che volano a bassa quota. La spedizione degli inviti continua, molti altri, a critici, e amanti dell’Arte. La mostra e’ presente nei salotti Newyorkesi.

berlin - claudio arezzo di trifiletti

house museum - claudio arezzo di trifiletti

exhibitions claudio arezzo di trifiletti

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