Biro 32/19 Cm. (SHOP) – Io non parlo inglese. Parlo coi gesti. A Claudio Arezzo di Trifiletti non occorre conoscere una lingua specifica. Non servono curriculum onorevoli o master di prestigio per far risaltare la propria essenza e contaminare chi lo circonda o ne osserva il talento. A lui basta il linguaggio dell’anima. Quell’idioma interiore e primordiale che, nei meandri dello spirito, necessita di spazi estesi per trasformarsi in gesti e irradiare energia. Sapersi ascoltare e mettere in pratica è il credo di pochi. Una responsabilità per sé stessi e per gli altri da non sottovalutare. Un atto d’amore, un impegno, una necessità. Sapersi ascoltare e mettere in pratica non è il credo di Claudio Arezzo di Trifiletti, è la sua ragione d’esistere. E forse lo è sempre stato, sin da bambino, da quando ha cominciato a scarabocchiare le prime tele. Parlare coi gesti assume un significato più ampio di quello letterario. Costituisce gesto accendere una candela in segno di costernazione o donare un abbraccio al prossimo senza alcun fine. Costituisce gesto raccogliere oggetti per strada e rendere omaggio all’umanità creando un’opera praticamente dal nulla, o ancora intingere il pennello su una tavolozza, scegliere un colore senza troppo badare alla fedeltà della sfumatura, lasciandosi trasportare dai movimenti del cuore, trascurando qualunque tipo di immagine prefissata. Claudio Arezzo di Trifiletti parla coi gesti: impronte, installazioni, azioni, scritti. Il risultato è la sua arte. In un mondo in cui l’Anima perde peso, consistenza, diventa biodegradabile ed esaurisce la propria forza, l’impegno di un artista diviene meccanismo essenziale per olearne gli ingranaggi obsoleti, bloccati da una società robotizzata che attribuisce importanza ad inutili necessità. Essere artisti significa sporcarsi le mani, la pelle, i vestiti. Significa anche accantonare pennelli e colori per mettersi al servizio degli altri, con ciò che si ha a disposizione. Il viaggio è svegliare menti assopite vittime di un sistema corrotto. La meta è il bene dell’uomo. La vicinanza col prossimo. La pace tra i popoli. Il rispetto delle disuguaglianze. Prima dell’artista, c’è l’uomo. Prima di Claudio Arezzo di Trifiletti, c’è Claudio. Il suo talento, lo spessore artistico, le opere, non sono nient’altro che una semplice equazione. La diretta conseguenza della persona meravigliosa che è. Esistono silenzi che comunicano più di mille parole. La prima volta che lo incontrai disse poco a voce, ma parlò abbastanza. I nostri cuori strinsero un patto senza conoscersi. In segreto mi donò amicizia e fratellanza. E a lui devo molto. Quanti di voi sono pronti a mettersi a servizio degli altri? Iniziate accogliendo chi si mette a servizio di voi. Se si vogliono eliminare le barriere, dobbiamo pensare che siamo tutti molto vicini. (Francesco Russo 2011)
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Era nato, e fin dalla nascita si era dovuto mettere al riparo, in fuga tra i deserti perseguitato dalle maledizioni di tutte le famiglie vittime del sacrilegio. Ma si può nascere maledetti e onorati? Si può crescere perseguitati? Gesù che molti nominano, l’Immacolata Concezione che molti pregano, partorisce un peso insostenibile, se non con l’aiuto della Misericordia Celeste. Lei giovane Creatura iniziata fin dalla nascita, accompagnata dal prescelto, umile costruttore di porte e tetti, Giuseppe. Sacra Famiglia in salvo grazie ad un somaro, trovando riparo nelle misere gocce di una rosa. Periodo contemporaneo, l’inganno si è fatto strada, il pagano sconosce il miracolo, lo Spirito aleggia. Il Colosseo nato come raffigurazione dell’Eden, si trasforma in bocca di sangue, l’atroce spettacolo è servito. Cristiani perseguitati, per riconoscersi con un bastone solcano un semicerchio all’incontro, nasce un pesce. Ci nutriamo di terrore, ci chiudiamo come parassiti, preghiamo dentro montagne saccheggiate, riempiamo i Santi d’oro e gioielli, quando in vita li ripudiavano. Desideriamo ancora più velocità. La verità è dinanzi i nostri cuori, sta nascendo la realtà di chi realmente siamo.
Archivio Fotografico Alessandra Saccà +39 339 5384815 www.alessandrasacca.com


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Si dice che le tane dei conigli si trovino in prossimità di un’anziana radice. Profonda la casa si espande protetta da predatori fino alle prime luci del giorno. La notte pipistrelli si rifugiano in caverne, cave, sotterranee. In quei luoghi la goccia che trapela dalla pietra, intona un lento racconto che si espande, riempie case immaginarie di polvere animata.