HOHE STRASSE / Acrylic: 120/150 Cm. (Planet Responsibility) – Erano rimaste le ultime ore, desideravo non lasciarmi sfuggire questa opportunità, desideravo poterlo stendere all’ingresso della Cattedrale. Ho provato spiegare, e nel frattempo mi affidavo a quel silenzio di preghiera. Non ho potuto fare a meno di donare due pianetini di argilla. Il primo l’ho donato alla pietra che sorregge, il secondo a Claudio, amico custode che ha provato esaudirmi dal non mettere il telo in Cattedrale, lui non parlava l’italiano, ma mi ha donato l’ascolto del suo cuore. La musica, la visione, il suono del volo, il canto in lontananza, l’ascoltare del sole che passeggia tra le strade, le voci, mi hanno chiamato all’opera. La speranza è una promessa, che ci aspetta dal primo passo verso il sospiro, appena fatto il giro, tutto torna in posizione. Germania, Italia, Londra, Parigi, i Tre Santi vegliano sul mio percorso. Mai ricordo di aver provato così sicurezza nell’affermare quel momento, la tela, quello era il suo spazio, quella la sua impronta. Le persone quando ci salivano, era come se entrassero in contatto con la superficie, come se varcassero una dimensione, almeno questa resta la mia illusione. Ogni impronta porta un peso, una storia, un vibrare presente. Ogni passaggio rende sempre più familiare, il contatto tra tela e suolo. In quel preciso momento, la tela sta filtrando l’interazione della vita attraverso la memoria del movimento. Un messaggio di speranza spontaneo. Il pavimento di casa, dove tutti siamo familiari. Siamo tutti di passaggio, dobbiamo rispettare ciò che ci ospita. Dovremmo piantare alberi, cercare la luce che nutre in tutto. Il mondo è amore se si guarda con gli occhi dell’amore. Quello che fotografo è quello che sento, io dipingo il mio sentimento. Condividi un sogno, fanne tesoro. (Cuore di Colonia)
Anche la creazione di un telaio, ha i suoi perché. Pensieri di un quadernetto: Metro, gentilmente un signore anziano, chiede a dei ragazzi seduti di spostare le loro borse per sedersi. Il mare è il respiro della luna, come il canto del grano è il respiro del sole, del vento che incontra le montagne.
Via Laietana, Carrer de l’Argenteria, Carrer de Montcada, Carrer De La Boqueria, Carrer d’Avinyò, Carrer del Call, Catedral de Barcelona, Caixa Catalunja, La Rambla, Pi. Urquinaona, K. Doctor Aiguader Barceloneta / Acrylic: 153/195 Cm. (Planet Responsibility) – Un cuerpo en movimiento contiene vida. El testimonio se obtiene al ver las huellas de sus movimientos. Las huellas, como todo lo que reside en la tierra y en el cielo, y por cielo se entiende todo aquello que no es materia, son vibración. La vibración también constituye la base de una simple palabra escrita. Un simple punto también tiene una vibración. El tiempo es vibración, el espacio, la materia, los cielos. En todo reside una vibración. La vibración es energía, es como decir que el fuego es luz. Las vibraciones son la base de la Vida y la vida es la base de la vibración. Esto es para explicar que en el recorrido realizado hasta ahora, he percibido muchos testimonios que han fundado en mí un credo en mi arte tan fuerte, que reconozco que la única fuente de la que puedo alimentarme es la vida y la única historia contemporánea que puedo pintar es la vida, no por como la veo, sino por como la siento. Para sentirla, he comenzado a emplear el polvo de los viejos muebles, viejos porque también ellos viven y contienen la memoria de su recorrido y todo lo que han contenido, la piedra del cráter, como para empezar y de ahí en más, todo lo que por mis manos de la manera más casual. Siempre he preferido utilizar agua sucia, los colores siempre los he mezclado. Difícilmente he secado un pincel antes de utilizarlo, he preferido ser consciente del color y leal al pasaje. Al mezclar sustancias de distintos tipos, muchas veces impredecibles, enseguida me di cuenta que había realizado casi un ritual, las condiciones de la creación habían sido alteradas o al menos por el sistema. Con Imprints satisfago ampliamente mi deseo de sentir, como si a través de las huellas de un lienzo extendido y pisado por muchas personas, que sin saberlo, han dado vida a aquel paño con sus simples huellas. La huella es vista como algo comun, pero una huella imprime más que un peso, imprime una vibración, vibración que es movimiento y el movimiento se desarrolla por medio del pensamiento, por lo tanto la tela se impregna del pensamiento de la huella. Esta fase es fundamental. La misma vibración presente se une a aquella pasada, enterrada o bien dónde el lienzo ha sido tendido y a la vez se une a aquella futura en el espectador que verá la obra terminada, creando un espejo universal en los rayos del tiempo. Cuando pinto es como si adquiriese datos de aquello que toco, como si tradujese aquellas vibraciones a través de mi recorrido que comenzó mucho antes del inicio. Cuando pinto son realmente pocas las veces que pienso en el éxito, son más las veces que pienso que todos estamos unidos por los acontecimientos que pasan inobservados ante nuestros ojos y sólo cuando estos acontecimientos toman forma, nosotros nos damos cuenta de aquellas uniones, es como tomar conciencia de que todo lo que hasta a hoy hemos vivido nos ha llevado a una dimensión diferente. Como si hubiésemos vivido de manera diferente, es como ver los acontecimientos no buscando explicaciones sino encontrando la fuerza de verlos como respuestas. Aquí, yo desde mí, recojo huellas para pintarlas y unirlas entre sí y cuando pinto, a veces es como si extrajese agua de un pozo y otras es tanto ímpetu que me encuentro sediento. Gracias (Lea Mirone) / Polvere & Imprints Barcellona Acicastello (CT) Castello Normanno 27 Luglio / 29 Agosto 2008. L’artista catanese esporrà le tele dipinte nel suo ultimo viaggio e le installazioni della collezione “Polvere” – “opere d’arte contemporanea che mettono in discussione i tempi odierni” – Il suo percorso è segnato da diverse tappe “spirituali” e artistiche: dopo aver steso (nel 2007) le sue tele nei larghi marciapiedi di Wall Street e Canal Street a New York, ha scelto la città simbolo della contemporaneità, Barcellona. Tra le strade della metropoli iberica ha così “catturato” le emozioni, le storie, l’energia della gente che ha “calpestato” le sue tele, poi completate in fase di produzione facendo uso di tinte forti, dense sfumature di colori e materiali di scarto che riprendono vita. Undici tele uniche, che racchiudono il mistero e l’essenza di un luogo-simbolo, dove l’arte riempie l’atmosfera e trascina dentro vortici colorati e creativi. Seguendo la filosofia “Un corpo in movimento contiene vita, la testimonianza la si ottiene vedendo le tracce dei suoi movimenti, le sue impronte”, migliaia di persone hanno contribuito con il loro semplice passaggio alla realizzazione delle opere. Impronte indelebili che l’autore ha poi interpretato e definito con grande coinvolgimento emotivo. Claudio Arezzo di Trifiletti con “Polvere & Imprints Barcellona 2008” presenta il quarto degli appuntamenti che, puntualmente, organizza nella sua terra d’origine, la Sicilia, prima di proiettarsi verso la sua nuova meta. L’arte dinamica, a livello geografico e figurativo che Claudio Arezzo esprime nelle sue tele approderà infatti a Berlino.
Il Viaggio, l’occhio e il drago, il cavalletto e il ricamare della memoria, il respiro vissuto, lo spazio. Ignorare, praticare, distogliere la mente dalla polvere. / Casa Museo Sotto l’Etna, Particolare Wall Street. (Nel Passaggio Risiede l’Eterno)
Kalverstraat, Singel Centrum, Grimburgwal, Rokin, Damrak 83, Rijksmuseum, Pieter Cornelisz, Van Baerlestraat, Van Baerlestraat, Van Gogh Museum, Max Euweplein, Leidseplein / Acrylic: 155/90 Cm. (Planet Responsibility) – Non posso fare altro che creare per pensare. Fermo guardo il cielo in movimento, chiedo aiuto. Sento il cuore avere risposta. Prima di chiedere aiuto, chiedi cosa devi realizzare. Io desidero comunicare, raccontare, viaggiare attraverso forme, immagini, visioni. Poi all’improvviso il mio essere si calma, si nutre di poca aria, e guarda, guarda stupito, e si rasserena. Provate a ripercorrere con una matita le parole scritte, e poi voltate pagina e scrivetene ancora.
Buckinghan Palace Road Gatwick Express Taxi Rank, Eccleston St., – 3, 4, Grosvenor Place, Knits Bridge , Causton Street, Victoria Street, Lower Grosvenor Gardens / Acrylic: 100/150 Cm. 95/100 Cm. (Planet Responsibility) – La vibrazione è alla base anche di una singola parola scritta, anche il singolo punto ha una vibrazione. Il tempo è vibrazione, lo spazio, la materia, i cieli, in tutto risiede vibrazione. Siamo legati da eventi che passano inosservati ai nostri occhi, quando prendono forma ci accorgiamo di quei legami. Consapevolezza che tutto ciò che abbiamo vissuto ci ha portato in una dimensione differente se avessimo vissuto in maniera differente. Sentire gli avvenimenti non cercando spiegazioni, ma trovando la forza di vederli come risposta. Raccolgo impronte per dipingerle e unirle fra esse, trovo speranza nel continuare questa danza.
Non conosciamo mai il valore dell’acqua finché il pozzo è asciutto. (Thomas Fuller) – Quando mi affaccio e vedo l’Etna provo rammarico per l’uomo che non tiene conto del Sentire della Terra. / Appunti di un Diario Visionario. (Capitolo Terzo) @ Sfere Rispetto Pianeta
Fantasia, creatività, realizzazione, voglia di fare e di dare, riscatto dei sentimenti rifiutati, amore e attenzione, equilibrio dei piccoli gesti, passione degli incontri. La ricetta, la dose, il pane fatto in casa. (Life)
Trovava bellezza ovunque, lo vidi ritagliare della carta argentata dalla confezione della cioccolata, mi confidò che aveva molte proprietà. Adoperava qualsiasi elemento andando oltre la sua forma: la memoria armonica dell’acqua, il vibrare del sale, il sigillo del fuoco, la trasformazione della terra. L’entusiasmo, la percezione e la scoperta. Ricerca era la chiave, il suo respiro sempre in cammino per nuove vette, altre angolazioni. (Bionsà)
Era a conoscenza che nei capelli risiedeva una memoria infallibile, lasciando un fermo immagine reale nel tempo. Nella sua fiaba il colore traduceva i raggi del sole, e l’argilla vibrava nell’etere. Aveva un gran desiderio, incastonarli tra le radici di un disegno fatto di Platani, al centro immaginava pietra e acqua. (Cabala) – Sfere di Argilla Custodiscono Memoria. (Sfere di Memoria)
Biro 32/19 Cm. (SHOP) – Io non parlo inglese. Parlo coi gesti. A Claudio Arezzo di Trifiletti non occorre conoscere una lingua specifica. Non servono curriculum onorevoli o master di prestigio per far risaltare la propria essenza e contaminare chi lo circonda o ne osserva il talento. A lui basta il linguaggio dell’anima. Quell’idioma interiore e primordiale che, nei meandri dello spirito, necessita di spazi estesi per trasformarsi in gesti e irradiare energia. Sapersi ascoltare e mettere in pratica è il credo di pochi. Una responsabilità per sé stessi e per gli altri da non sottovalutare. Un atto d’amore, un impegno, una necessità. Sapersi ascoltare e mettere in pratica non è il credo di Claudio Arezzo di Trifiletti, è la sua ragione d’esistere. E forse lo è sempre stato, sin da bambino, da quando ha cominciato a scarabocchiare le prime tele. Parlare coi gesti assume un significato più ampio di quello letterario. Costituisce gesto accendere una candela in segno di costernazione o donare un abbraccio al prossimo senza alcun fine. Costituisce gesto raccogliere oggetti per strada e rendere omaggio all’umanità creando un’opera praticamente dal nulla, o ancora intingere il pennello su una tavolozza, scegliere un colore senza troppo badare alla fedeltà della sfumatura, lasciandosi trasportare dai movimenti del cuore, trascurando qualunque tipo di immagine prefissata. Claudio Arezzo di Trifiletti parla coi gesti: impronte, installazioni, azioni, scritti. Il risultato è la sua arte. In un mondo in cui l’Anima perde peso, consistenza, diventa biodegradabile ed esaurisce la propria forza, l’impegno di un artista diviene meccanismo essenziale per olearne gli ingranaggi obsoleti, bloccati da una società robotizzata che attribuisce importanza ad inutili necessità. Essere artisti significa sporcarsi le mani, la pelle, i vestiti. Significa anche accantonare pennelli e colori per mettersi al servizio degli altri, con ciò che si ha a disposizione. Il viaggio è svegliare menti assopite vittime di un sistema corrotto. La meta è il bene dell’uomo. La vicinanza col prossimo. La pace tra i popoli. Il rispetto delle disuguaglianze. Prima dell’artista, c’è l’uomo. Prima di Claudio Arezzo di Trifiletti, c’è Claudio. Il suo talento, lo spessore artistico, le opere, non sono nient’altro che una semplice equazione. La diretta conseguenza della persona meravigliosa che è. Esistono silenzi che comunicano più di mille parole. La prima volta che lo incontrai disse poco a voce, ma parlò abbastanza. I nostri cuori strinsero un patto senza conoscersi. In segreto mi donò amicizia e fratellanza. E a lui devo molto. Quanti di voi sono pronti a mettersi a servizio degli altri? Iniziate accogliendo chi si mette a servizio di voi. Se si vogliono eliminare le barriere, dobbiamo pensare che siamo tutti molto vicini. (Francesco Russo 2011)